L’offerta del cloud computing è caratterizzata da tre elementi principali:
- Infrastruttura come servizio (Infrastructure as a Service, o IaaS), dove il servizio offerto dal fornitore del cloud è l’infrastruttura stessa della “nuvola”, composta da potenza di calcolo, storage e networking. Il cliente può quindi eseguire il proprio software (inclusi sistemi operativi) su questa infrastruttura.
- Piattaforma come servizio (Platform as a Service, o PaaS), dove il servizio offerto è la possibilità di disporre di una piattaforma, fornita dal fornitore del cloud, sulla quale il cliente può eseguire i propri programmi.
- Software come servizio (Software as a Service, o SaaS), dove il fornitore del cloud predispone un software per il cliente ed egli paga solo per il tempo di utilizzo effettivo di tale software.
Un problema che solleva il cloud è quello della privacy e della sicurezza dei dati, ma questo può essere risolto solo nell’ottica di un cambio radicale nella filosofia che sta alla base del nostro diritto.
Privacy e Proprietà dei Dati
Nella gestione dei dati online chiaramente si pone il problema della privacy. Il problema non sta tanto nel fatto che i dati possano essere pubblici, quanto nel fatto che qualcuno potrebbe usarli in modo improprio. L’abuso dei dati sensibili, ovvero il loro uso illegale, è ciò che deve essere punito (ad esempio, se dei dati sulle condizioni mediche di un impiegato venissero usati per licenziarlo, questo sarebbe un uso improprio ed illegale).
Un secondo problema è la proprietà dei dati: chi ne ha il controllo? Questo è un problema che per la maggior parte degli utenti è irrilevante, perchè essi condividono contenuti che sono già pubblici. Però, avendo dati solo in rete, il possesso dei propri contenuti non è reale; lo sarebbe solo se ne avessimo una copia off-line.
Esistono attualmente due modelli principali di software fornito al mercato mediante cloud computing:
- modello Google, che mette a disposizione del software standard,
- modello Amazon, che mette a disposizione software di mashup per realizzare software personalizzati.
Con i suoi vantaggi, il cloud porta anche degli svantaggi: innanzi tutto la migrazione dei sistemi attuali verso il cloud è molto costosa (ed è per questo che per le startup, il cloud, rappresenta un vantaggio), ma si rischia anche di diventare prigionieri del fornitore, infatti se si vuole cambiare fornitore è necessario dover anche spostare i dati, quindi servono garanzie da parte del fornitore sulla possibilità di utilizzare i propri dati in software forniti da diversi fornitori.
Da un punto di vista hardware, il cloud computing sembra una risorsa illimitata: l’utente non ha più il problema del dimensionamento, inoltre non c’è più bisogno di prevedere i problemi, ma è possibile concentrarsi solo dei servizi da fornire e della loro qualità.
Per poter avere del Software as a Service, il software deve avere particolari requisiti che lo abilitino all’uso mediante cloud computing. In particolare, esso deve
- essere modulare (e in questo settore lavorano molto le ontologie, in particolare i servizidi gestione delle ontologie a livello di piattaforma),
- essere meno integrato rispetto ai software attuali,
- separare dati e programmi.